Terremoto dell’Aquila, interventi nelle tendopoli
Il Campo di Piazza d’Armi
E’ stato montato nei primi giorni successivi al terremoto dalla Colonna mobile della Protezione civile della Regione Emilia Romagna che continua a garantirne la gestione; sono presenti 1300 persone circa alloggiate in 240 tende, dotate di 6 posti letto ciascuna (brandina, materasso, cuscini, lenzuola cambiate ogni giovedì, coperte, stufetta o condizionatore, luce e prese elettriche, teli divisori interni);
<< all’esterno: presidio INPS, Sindacato, Banca;
<< all’interno: Poste italiane, telefoni Telecom, Presidio sanitario, Medici di famiglia e Pediatra (sono nati al campo due bambini), Presidio Croce Rossa italiana, Farmacia, Tenda veterinaria (ci sono nel campo circa 40 cani, 20 gatti, pappagalli), Presidio sicurezza – Carabinieri , Associazione Alpini, Associazione Carabinieri, 2 Tendoni Mensa e Soggiorno (in uno di essi 2 televisori), Tendone riunioni, Tenda Chiesa cattolica, Tenda Chiesa protestante, Servizi igienici e docce, 2 container lavanderia con lavandini grandi e lavatrici, qualche spazio panchine, Tenda Scuola primaria, Tenda giochi bambini e spazio all’ombra per giocare, macchinette caffè – bibite, Tende Capocampo, alloggi funzionari Protezione civile, amministrazione, logistica ecc.
Associazioni di volontariato: Scout AGESCI, ”Psicologi per i popoli“, Psicologi Emergenza Abruzzo (PEA), UNITALSI, Caritas, presidio igienico-sanitario infermieristico, Croce di S. Andrea, Comunità di S. Egidio, Scuola di Pace.
Le persone ospitate: le problematiche e le diverse etnie
32 casi di disabilità grave, 17 casi di anziani allettati, 20 casi di dipendenza da sostanze stupefacenti accertati e seguiti dal SERT, 10 casi di alcolismo accertato, 14 casi psichiatrici (seguiti), 250 casi di sintomatologie conseguenti all’evento traumatico; 198 Rumeni, 95 America Latina, 62 Filippini, 7 Cinesi; 190 bambini (di cui 5 neonati).
Il mio intervento psicosociale in emergenza: mi sono concentrata sulla individuazione di quelle persone, perlopiù anziane, ma ancora del tutto autonome nella mente e nel corpo, da me definite “gli invisibili”, che in una comunità di 1300 persone rischiano di essere schiacciate e rese invisibili dalle tante altre identità più riconosciute e riconoscibili per le motivazioni più differenti (bambini, malati, adolescenti, giovani, tossicodipendenti, alcolisti e così via).
Il lavoro svolto sul campo mi ha confermato la presenza di un numero considerevole di queste persone e della loro necessità di sentirsi finalmente riconosciute, tolte dall’anonimato sociale, ascoltate, supportate come persone sole ed impaurite, anche se molto coraggiose, rassicurate, aiutate anche nelle piccole grandi necessità del quotidiano che la perdita di casa, cose care, ritualità, abitudini, frequentazioni, riferimenti sicuri e conosciuti, hanno del tutto sconvolto, in una età nella quale si avrebbe invece tanto bisogno di riservatezza, certezze, riferimenti sicuri.
Il terremoto ha devastato tanto la Terra quanto le Anime.
Si evidenzia altresì la necessità di aiutarli a contenere gli effetti dell’ amplificazione dell’ansia dovuta anche alla mancanza pressoché assoluta di informazioni chiare e certe che dovrebbero invece rappresentare UNA RESPONSABILE PRIORITA’ sia da parte delle Istituzioni che dalla direzione del Campo stesso (il problema, di importanza primaria per il benessere della comunità, è stato più volte segnalato ai capi campo: con gli altri colleghi psicologi abbiamo suggerito di installare degli altoparlanti, per le informazioni anche di ordine quotidiano. Attualmente, fogli e foglietti sono letti da poche persone).
Interventi disagi personali o logistici di persone perlopiù anziane, ma non solo:
<< LA PIU’ O MENO DIFFICILE CONVIVENZA
Contatti con funzionari Prot. civile e Capocampo, quando è stato necessario, per contrasti interni alle famiglie, insofferenza soprattutto dei giovani per lo spazio limitato, gli orari diversi relativi al sonno ed al risveglio, tensioni recenti e pregresse, spazi contesi, etnie differenti, accoglienza cani o gatti, alcolismo. Dove possibile, si è riusciti, in collaborazione con i colleghi e le istituzioni, ad effettuare cambiamenti di tenda o addirittura di Campo (per un ex tossicodipendente che voleva allontanarsi dai tossicodipendenti presenti nel campo).
<< LA RICERCA DEI BISOGNI
Ascolto del racconto di sé, prima e dopo il sisma: la paura e l’incertezza, la solitudine, il futuro ignoto, le abitudini stroncate, i tentativi non sempre facili di nuovi contatti, nuove conoscenze, due parole scambiate con un’altra persona per sentirsi vivi. Manca uno spazio anziani con sedie e tavolini, una radio: ne abbiamo parlato nella riunione serale con il Capocampo. La difficoltà consiste nei pochi spazi all’ombra, gli alberi sono rari ed il solo tendone d’estate non sarebbe abbastanza fresco. Il bisogno di sfogare rabbia, sbalzi di umore, l’invito di uscire ogni giorno o spesso, qualche ora dal campo (orari e fermate dei mezzi pubblici, ricerca di amici e parenti terremotati e non con invito a farsi vedere, le telefonate, il caffè al bar a 20 m. dal campo insieme). Segnalazione di ciò che il campo offre (spesso ignorati molti dei servizi, la possibilità di avere occhiali da vista, distribuiti finora a centinaia, la banca, il sindacato, l’INPS, subito al di fuori del Campo, la lettura degli avvisi in bacheca per avvenimenti e notizie, la tenda degli Scout per una migliore organizzazione del gioco dei figli, non solo libero, ma guidato). Lo stimolo a partecipare al concerto del 2 giugno: si è riusciti, dopo una iniziale indifferenza, a fare assistere al breve concerto successivamente molto apprezzato. Aiutarli a superare il rifiuto di tutto e l’apatia che distrugge l’energia vitale. Molti, soprattutto anziani devono essere aiutati, stimolati ad USCIRE DALLA TENDA ed accompagnati a vedere altro, oltre, altri: ne va del loro equilibrio psicofisico. Conoscenza dei servizi del campo a disposizione di tutti (bambino gracile e apparentemente denutrito di famiglia peruviana regolare che ignorava iI diritto di poter usufruire del pediatra e del supporto psicosociale. Parlando con la maestra si sono evidenziati alcuni segni di difficoltà nel superare il trauma dell’essere rimasto al buio sotto le macerie per un periodo abbastanza lungo. Segnalazione alla psichiatra infantile del Campo). Stimolare un clima di migliore collaborazione nelle lavanderie dove la necessità di usare le lavatrici senza romperle subito, ha creato la figura della volontaria responsabile della lavanderia (persona che abita nel campo) che spesso viene ignorata o contestata, con scontri verbali violenti. E’ utile passare più volte al giorno per due parole, un racconto, uno sfogo, una battuta, il tentativo di costruire con loro il senso della comunità (“tutti sulla stessa barca”), la collaborazione, il rispetto di sé , degli altri, delle cose comuni e così via. Le persone hanno molto piacere di vedere e sentire che c’è qualcuno che passa, saluta, sorride, chiede, risponde, si ferma a parlare, si interessa a loro ed alle loro grandi e piccole difficoltà: ci si sente conosciuti, riconosciuti, identificati come persone non come numero di tenda. “che tenda sei?”, “quale è il suo nome ed in quale tenda abita?”. Si stupiscono che questo accada, me lo dicono, me ne stupisco anche io ma per ragioni diverse. Forse troppa attenzione al “progettino” psicosociale da portare a casa, ore ed ore murati in tenda con il computer al collo, senza aver fatto in un giorno un solo giro del campo, guardando avanti, incontrando gli occhi della gente. Forse non è sempre chiaro a tutti il senso della responsabilità civile, morale e professionale verso noi stessi e chi vive nei Campi, alla quale siamo chiamati nel momento stesso in cui ne varchiamo la soglia.
<< I PROGETTI DEL CAMPO
Organizzazione biblioteca nella tenda della Scuola una volta terminate le lezioni (se ne interesserà Daniele, un ragazzo che vive nel campo); laboratorio Giornale del Campo per adolescenti e giovani (arriveranno da Roma 8 computer a seguito di una donazione), individuare gli adolescenti interessati ed una persona adulta che abbia un minimo di competenza a riguardo; laboratorio di musica (strumenti musicali e professore in arrivo o forse già arrivati); coinvolgere i giovani per attività nel campo (adolescenti, anziani, tornei, gite al mare, ecc.). L’ Università sembra darà dei crediti a coloro che si renderanno utili per la popolazione. Gli psicologi suggeriscono di attivare, in collaborazione con le ASL, corsi per badanti e servizio di cucina così che le persone interessate possano collaborare per ora con i servizi del Campo e nello stesso tempo entrare in possesso di un titolo da spendere in futuro per il loro lavoro. organizzare campi estivi per i bambini .
<< INCONTRI ORGANIZZATIVI
Ogni Lunedì alle ore 11, riunione plenaria per conoscenza, consegne, continuità per cambio turno Prot. civile (ogni sabato);
Ogni giorno ore 17:30 Associazioni dei Volontari presenti nel campo con referente Prot. civile
Ore 19 Riunione con il Capocampo aperta a tutti, volontari e ospiti ( sollecitare la presenza e sostenere le rappresentanze dei cittadini (stranieri, giovani, anziani ecc.)
Mi recherò a P.zza d’Armi, per quanto possibile, i Mercoledì dell’estate dalle 8 alle 18, iniziando da mercoledì 17 giugno. Il mio scopo-progetto è quello di offrire un riferimento costante di presenza per coloro che ho già incontrato, per tutti coloro che cercherò e potrò incontrare e per i progetti in corso, tenendomi anche in contatto con le attività, le persone, le Istituzioni ed i colleghi presenti nel tempo, in una fase questa, successiva all’evento catastrofico che, per esperienza mia e dei colleghi, continua a mostrare e dimostrare la necessità di presenza e supporto, sia pure nella diversità delle situazioni da affrontare, tanto nuove di giorno in giorno, quanto altrettanto complesse e di difficile gestione, per l’ambito psicosociale nel quale intendiamo operare.
Roma 10 giugno 2009
Serena Cugini
Psicologi per i Popoli – Lazio