Incidente ferroviario a Roma nord del 20 aprile 2010
Siamo stati allertati alle ore 8 della mattina del 20 aprile dalla Dott. Danila Pennacchi del S. Camillo e dalla Dott. Alessandra Ceracchi di ARES 118, per un supporto ai feriti e contusi (circa 50) dell’incidente ferroviario della linea Roma Nord,
avvenuto alle ore 7:15 circa in una delle stazioni vicine a Prima Porta. Mi sono recata al Policlinico A. Gemelli verso le ore 10 e vi sono rimasta fino alle 14.
Il primario del Pronto Soccorso aveva richiesto espressamente alla Dott.ssa Pennacchi, l’invio di psicologi, avendo a disposizione solo psichiatri. Dopo un tentativo di respingermi (“grazie, abbiamo i nostri psicologi”), una dottoressa della equipe del Primario, da me interpellata, mi ha gentilmente accompagnata alla sala d’aspetto. Un trentina di persone attendeva di essere chiamata per effettuare le radiografie, necessarie per le contusioni più o meno gravi riportate nell’incidente. Al mio arrivo la situazione era tranquilla, salvo una ragazza con la quale ho subito parlato che dimostrava una forte insofferenza, sia per il dolore alla spalla che per la situazione di attesa: mi sono poi occupata perlopiù di persone italiane o straniere che vedevo sole e di persone straniere, più o meno disorientate e non sempre esperte delle procedure mediche dei nostri pronto soccorso.
Ho ritenuto opportuno:
ascoltare i racconti della brutta esperienza, le paure, l’arrivo dei soccorsi, il trasferimento al pronto soccorso, il triage (parola perlopiù, a buon diritto, sconosciuta), riferita storpiata e con un punto interrogativo annesso. Il personale potrebbe semplicemente dire: le facciamo una prima visita; ho quindi parlato dei codici di ricovero e dei relativi colori, facendo notare e leggere un bel cartello posto nella sala d’aspetto; ho spiegato a molti il significato della TAC e della necessità, in caso di supposta commozione cerebrale, di essere trattenuti fino alla mattina seguente, perlopiù a solo titolo cautelativo, sia per la persona che per l’ospedale (molte contusioni sul corpo, ma altrettanti urti della testa contro le strutture della carrozza o la testa o lo sterno della persona che sedeva di fronte); ho chiesto se avessero avvisato il datore di lavoro e raccomandato che si facessero rilasciare la certificazione necessaria per il posto di lavoro (si trattava perlopiù di lavoratori e qualche studente); ho parlato delle possibili conseguenze della paura e dello stress subiti, non preoccupanti per qualche giorno, che si sarebbero potute verificare nei giorni successivi, nelle forme di insonnia, apatia, irritabilità, inappetenza, stanchezza e così via; sono sembrati tutti molto compiaciuti di avere informazioni specifiche, di poter chiedere e dell’attenzione di una persona oltre le cure mediche.
Alle ore 14 circa, considerata la situazione dell’oramai piccolo gruppo di contusi del tutto rasserenata, (pochissime persone che aspettavano la Tac), avvisato Gianni Vaudo, presidente PXP Lazio, avvisato un responsabile del Pronto Soccorso, avuto il placet anche della Dott.ssa Alessandra Ceracchi, ho terminato il mio intervento dopo aver salutato tutti i presenti della sala d’aspetto.
Serena Cugini
Psicologi per i Popoli – Lazio